La Sentenza n. 63/2021 del Tribunale di Sondrio (clicca qui per leggerla) ha accolto la richiesta di risarcimento danni di un soggetto vittima di bullismo da parte di un minore, colpevole di aver compiuto atti di minaccia e violenza reiterati, condannando anche i genitori del giovane.
Secondo il Tribunale, infatti, i genitori hanno il dovere di educare i figli, in maniera adeguata a garantire il rispetto verso il prossimo, per cui se il figlio, con la sua condotta negligente, dovesse recare dei danni, è anche loro la responsabilità di quanto avvenuto, come da art. 2048 c.c., a meno che non riescano a dimostrare di non aver potuto impedire il fatto.
La vittima, come riportato nella Sentenza, ha convenuto in giudizio il minorenne ed i suoi genitori, chiedendo la condanna in solido del risarcimento dei danni non patrimoniali da egli patiti a causa delle vessazioni del giovane. I genitori ed il figlio, costituendosi, hanno offerto alla vittima 10.000 euro a tacitazione integrale della domanda. L’offerta è stata però respinta dall’avvocato della vittima. Il Giudice così è intervenuto con una nuova proposta conciliativa, prevedendo il risarcimento di 14.500 euro a favore della vittima più il pagamento delle spese da egli sostenute. La vittima ha accettato la proposta, ma i genitori ed il giovane l’hanno rigettata, ed il processo è andato avanti, fino alla condanna definitiva al risarcimento dei 14.500 euro definiti e delle spese di lite.
Il Tribunale ha infatti ritenuto che le istanze della vittima fossero fondate, considerando che le azioni dell’accusato non solo non sono state mai contestate, ma risultano oltretutto provate dalla vittima, grazie alla documentazione depositata agli atti.
Tali azioni hanno integrato il reato di violenza privata e minacce, e vengono affiancate dalla reponsabilità genitoriale.
Come riportato in una recente pronuncia della Cassazione, “i criteri in base ai quali va imputata ai genitori la responsabilità per gli atti illeciti compiuti dai figli minori consistono, dunque, sia nel potere-dovere di esercitare la vigilanza sul comportamento dei figli stessi, in relazione al quale potere-dovere assume rilievo determinante il perdurare della coabitazione; e sia anche e soprattutto nell ’obbligo di svolgere adeguata attività formativa, impartendo ai figli l’educazione al rispetto delle regole della civile coesistenza, nei rapporti con il prossimo e nello svolgimento delle attività extrafamiliari. In quest’ultimo ambito rientrano i danni provocati dalle manifestazioni di indisciplina, negligenza 0 irresponsabilità” (Cassazione civile sez. III, 19/02/2014, n.3964).
La responsabilità dei genitori permane anche per i figli in età tardo adolescenziale, come contemplato dal terzo comma dell’art. 2048 c.c.. La responsabilità dei genitori decade solo se dimostrano di non aver potuto impedire il fatto.
Si dimostra quindi fondamentale l’apporto di una agenzia investigativa autorizzata, non solo al fianco dei genitori, che possono così esercitare il loro potere-dovere di vigilanza sui figli, con dei controlli sulla loro condotta, per evitare danni a loro ed agli altri, ma anche al fianco della vittima, per aiutarla a dimostrare gli atti di violenza subiti.
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Fonte: studiocataldi.it