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Le donne tradiscono più degli uomini?

Il tradimento è un atto proibito molto diffuso e praticato. In Italia a tradire sono più le donne che agli uomini. Nella maggior parte dei casi alla base di un tradimento non c’è il desiderio sessuale ma la voglia di sentirsi accettati amati, speciali per qualcuno

Il tradimento non conosce crisi. Lo scorso anno l’Italia è stato il paese con la maggiore crescita nel numero di tradimenti (+18%).

Siamo nell’epoca in cui tradire è considerato al tempo stesso un “atto proibito” e una “tendenza molto praticata e diffusa”.

La società odierna basata sull’individualismo e la realizzazione personale ci incitano a perseguire la propria felicità. Prima si divorziava per infelicità e insoddisfazione del rapporto. Oggi ci si separa perché si matura la consapevolezza che meritiamo di più e di meglio per noi stessi. Si rincorre così uno status di benessere e felicità che spesso e volentieri sfugge al proprio controllo e di cui non si conosce la cognizione.

Un tempo il divorzio era fonte di vergogna. Oggi è invece diventato inaccettabile per molte donne rimanere intrappolate in una storia che non dona più nulla dal punto di vista umano. Ci si vuol sentire libere di essere sé stesse. Alla base di un tradimento non vi è solo l’avventura sessuale. La maggior parte delle persone tradisce non per il sesso ma per sentirsi viva e desiderata.

Gli psicologi infatti sostengono che ad orientarci verso il tradimento è il desiderio di attenzione, di sentirsi amati e speciali per qualcuno. Il desiderio ha alla base qualcosa di profondo e non ha nulla a che vedere con l’appagamento sessuale. Naturalmente a tradire sono sia uomini che donne indistintamente. Il tradimento può segnare sia la fine di un rapporto ma anche il riaccendersi della passione sopita. Eppure in Italia tradiscono più le donne degli uomini.

Tra le coppie più a rischio vi sono quelle con figli piccoli. Oppure i partner che hanno fatto scelte di vita drastiche e vincolanti. In questo caso il tradimento si attua perché ci si rende conto che i sacrifici fatti minano troppo la propria sfera individuale tanto da sentirsi destabilizzati e scontenti di sé stessi. Il tradimento può segnare la rottura definitiva di un rapporto perché non è facile accettarlo e superarlo.

Il tradimento mette in discussione entrambi i partner, sia chi lo compie che chi lo subisce. Molte coppie si lasciano dopo il tradimento perché non riescono più a fidarsi del partner. Si ha paura di una ricaduta. La fiducia è una componente fondamentale di un rapporto sentimentale. Una volta minata, il rapporto si ritrova senza una base solida.

Se sospetti che il tuo partner ti stia tradendo, contattaci. Siamo al tuo fianco nella ricerca della verità.

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Tradimento ed investigatori di cui fidarsi

Il caso più frequente per cui le persone si rivolgono ad un investigatore privato è quello del tradimento: le foto che mostrano la relazione extraconiugale, se non contestate, sono la prova inconfutabile dell’adulterio, senza la necessità di ulteriori indagini investigative o di testimonianze.

Se l’indagine per infedeltà è svolta da un’agenzia o da un investigatore privato autorizzato è possibile ottenere non solo l’eventuale assegno di mantenimento o l’affidamento dei minori, ma anche l’addebito per colpa di cui si fa carico il coniuge infedele.

Quando si vogliono trovare le prove a conferma di un caso di infedeltà, il nostro consiglio è quello di rivolgersi a un investigatore privato esperto e abbandonare i metodi fai da te, che non hanno alcuna validità per il tribunale. L’investigatore privato è invece autorizzato a svolgere indagini investigative e a immortalare il traditore sul fatto con filmati e foto che riportano data e orario, da includere in una relazione tecnica che noi consegniamo al cliente al termine dell’indagine. Ecco perché è importante scegliere un investigatore privato con numerosi anni di esperienza alle spalle e assicurarsi che la consulenza sia semplice e chiara, ma soprattutto firmare contratti solo in prima persona e mai al telefono o a seguito di incontri in luoghi pubblici. Ricordiamo, infatti, che solo l’investigatore e il detective privato possono portare in tribunale filmati e registrazioni, che supportano la causa di separazione e, secondo la Cassazione, hanno valore al fine di incriminare la persona che tradito.

Ogni indagine sull’infedeltà coniugale e tradimento parte dopo aver fatto le opportune valutazioni con il cliente, in termini di azioni investigative da attuare e impegno economico necessario a ottenere risultati concreti. L’obiettivo dell’investigatore privato, figura estremamente esperta e riservata, è trovare prove utili a documentare l’infedeltà coniugale e valide in Tribunale, ma soprattutto redigere una relazione che potrà successivamente essere utilizzata nel contenzioso di separazione o divorzio.

La fedeltà, si sa, è uno dei doveri coniugali, ma pochi sanno che a livello legale essere fedele significa non avere rapporti sessuali con una persona che non sia il coniuge. Recentemente tale definizione è stata ampliata e ci sono casi di infedeltà coniugale che richiedono l’intervento dell’investigatore privato anche in assenza di relazione vera e propria. Ai fini della legge si considera oggi come infedele chi tradisce il rapporto di fiducia reciproca, non solo fisicamente, ma anche spiritualmente.

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Tradimento, l’identikit degli infedeli esiste?

Il tradimento è una realtà antica quanto i rapporti umani e finché esisteranno le relazioni, esisterà l’infedeltà. È vero sarebbe bello potersi fidare ciecamente del nostro amore, ma del resto ammettiamolo, non tradire è soprattutto una scelta, perché istintivamente tutti prima o poi siamo attratti dallo sconosciuto.

Su questo tema si interrogano psicologi e studiosi per cercare di comprendere a fondo ile motivazioni per cui si tradisca. Ci ha provato anche un team di psicologi dell’Università Statale della Florida, indagando su segnali e “caratteristiche” che possono favorire la tendenza al tradimento. E, seguendo per 3 anni e mezzo oltre 200 coppie di neosposi, alla fine ha tracciato l’identikit del “fedifrago perfetto”.

Il modus operandi

I ricercatori, durante il periodo dell’indagine, hanno tenuto traccia di diverse informazioni sull’andamento delle relazioni, come la soddisfazione della vita di coppia sotto le lenzuola, eventuali tradimenti prima del matrimonio o da giovani, la capacità di impegnarsi in un rapporto a lungo termine. Dopo aver raccolto tutti i dati hanno iniziato a setacciare i segnali “predittori” della fedeltà e dell’infedeltà.

Cosa è emerso

La ricerca, pubblicata qualche tempo fa sul Journal of Personality and Social Psychology, ha fatto emergere alcuni elementi, alcuni abbastanza scontati, altri invece piuttosto curiosi: tra questi, per esempio, che le persone più soddisfatte della vita sessuale di coppia sarebbero quelle che hanno maggiori probabilità di tradire il proprio partner, per esempio, spiegando che ciò può succedere perché le persone hanno un approccio più “positivo” col sesso e probabilmente tendono a cercare piacere anche al di fuori del rapporto di coppia ufficiale.

Sono risultati più tendenti al tradimento anche i più giovani e quelli meno soddisfatti della propria relazione (in termini generali, non sotto il profilo sessuale). Ancora, più predisposti al tradimento sono risultati gli uomini con più relazioni a breve termine nel periodo prematrimoniale (era il contrario per le donne) e quelli con compagne meno piacenti. Le donne meno attraenti, infine, tendevano a tradire più di quelle considerate “molto belle”.

Due test specifici

Gli studiosi hanno infine provato a intercettare i “predittori di infedeltà” attraverso specifici test, focalizzando l’attenzione su due processi psicologici: il primo, l’”Attentional Disengagement” ossia la capacità di distogliere l’attenzione da una persona considerata attraente, il secondo, denominato “Evaluative Devaluation“, ovvero la tendenza a ridimensionare mentalmente l’attrazione verso un’altra persona: hanno sottoposto ai partecipanti fotografie di uomini e donne mediamente e molto attraenti, scoprendo che aveva minore tendenza al tradimento chi distoglieva prima lo sguardo dalle immagini e chi tendeva a svalutare l’attrattiva delle persone ritratte.

Ma sarà davvero così?

Diciamo che molto spesso, siamo in grado di capirlo da soli quanto il nostro partner sia persona fedele o tendente al tradimento. I segnali ci sono sempre, basta osservarli e prenderne atto. Sempre che si voglia. Perché comunque si sta benissimo anche senza saperlo.

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Fonte: GQ

Tradimento coniugale e risarcimento danni

Continui e stravolgenti sono i cambiamenti e le novità in merito alla tematica del risarcimento danni richiesto a seguito di una infedeltà.

La branca in questione abbraccia un diritto di famiglia ormai in continua evoluzione rispetto ad ordinanze e leggi emanate in anni addietro.

Recente è la ordinanza n. 6598/2019 con la quale viene data la possibilità per il marito tradito di formulare efficacemente una richiesta di risarcimento danni all’amante della moglie o viceversa.

E’ bene specificare che, l’infedeltà sia un’azione infelice per il partner tradito è una cosa ovvia, ma la risarcibilità del danno non lo è.  Il tradimento ovviamente non può essere causa automatica per un’azione risarcitoria. Infatti, neppure comporta automaticamente l’addebito della separazione. La giurisprudenza negli anni ha sancito più volte che l’infedeltà può non essere causa della separazione tra due coniugi. Infatti, capita spesso che il legame tra i coniugi si rompa e si disgreghi prima dell’azione.

Tuttavia, dalla relazione extraconiugale intrattenuta dal coniuge non scatta automaticamente il risarcimento del danno, essendo necessario che l’afflizione superi la soglia della tollerabilità e che il tradimento, per le sue modalità o per la gravità dello sconvolgimento provocate nell’altro coniuge, si traduca nella violazione di un diritto costituzionalmente protetto.

La risarcibilità dell’infedeltà secondo tale ordinanza potrebbe trovare applicazione nel caso in cui  vengono violati alcuni diritti fondamentali:

  • diritto alla dignità;
  • diritto alla salute;
  • diritto all’onere;

violati tali aspetti, definiti diritti costituzionalmente protetti, si può procedere per la richiesta di una pratica risarcitoria.

Fondamentale, per dimostrare il tradimento e le sue conseguenze, è rivolgersi ad un’agenzia investigativa come la nostra. Contattaci per saperne di più:

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L’infedeltà coniugale è legata alla cattiva condotta professionale

 

Infedeltà coniugale e comportamenti scorretti sul posto di lavoro sono collegati. Ecco vosa rivela un nuovo studio.

Le persone che tradiscono i loro coniugi tendono ad avere anche molte più probabilità di avere dei comportamenti scorretti sul posto di lavoro.

A suggerirlo è un nuovo studio che è stato recentemente condotto dai membri della University of Texas e pubblicato sulle pagine della rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, i cui autori hanno esaminato i registri ufficiali della polizia, dati finanziari e i casi di crimini avvenuti sul posto di lavoro, e li hanno confrontati con i dati resi noti dal sito Web di infedeltà coniugale Ashley Madison.

Lo studio rivela che esiste in effetti una correlazione tra infedeltà personale e condotta professionale. Per giungere a questa conclusione, sono state esaminate ben 11.235 persone, e dallo studio dei dati il legame fra infedeltà e comportamento scorretto a lavoro sarebbe apparso in maniera chiara.

I risultati suggeriscono infatti l’esistenza di una forte connessione tra le azioni che riguardano la vita personale e sentimentale e quelle che riguardano la vita professionale, e supportano l’idea secondo cui eliminare il rischio di una cattiva condotta sessuale sul posto di lavoro potrebbe anche aiutare a ridurre il rischio di attività fraudolenta, come spiegano gli stessi autori dello studio:

I nostri risultati mostrano che la condotta sessuale personale è correlata alla condotta professionale. L’eliminazione della cattiva condotta sessuale sul posto di lavoro potrebbe avere il vantaggio aggiuntivo di contribuire a culture aziendali più etiche in generale.

Se pensi di essere vittima di un tradimento, sia personale che professionale, contattaci. Siamo al tuo fianco nella ricerca della verità.

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Legge 104, controlli più severi su come si usano i permessi.

Si dice che l’occasione fa l’uomo ladro e anche nel caso dei permessi di lavoro sulla base della legge 104 il detto assume rilevanza.

Sono infatti numerosi i casi di truffa ovvero di lavoratori che, anziché utilizzare i giorni e le ore di assenza dall’impiego per la ragione per cui sono concessi ovvero l’assistenza di un parente disabile, decide piuttosto di andare in vacanza, per andare a divertirsi con gli amici o ricavare uno spazio di tempo per le esigenze personale.

Al di là della questione etica di queste vicenda, il lavoratore rischia il licenziamento da parte dell’azienda.
E siccome il danno procurato è anche per lo Stato, tenendo conto che la retribuzione dei permessi, sebbene sia anticipata dal datore di lavoro, è carico dell’Inps, ecco che i controllo si fanno sempre più serrati.

Legge 104, controlli sui permessi con azienda

A rendere più efficaci i controlli sui permessi legge 104 c’è la possibilità concessa al datore di lavoro di attivare gli investigatori privati. Lo ha stabilità una recente sentenza della Corte di Cassazione, secondo cui l’azienda può utilizzare questo strumento per scoprire eventuali truffe perpetrate del lavoratore. E se i giudici sono arrivati a questa pronuncia è proprio perché sono stati chiamati a decidere su un caso concreto. Si apprende allora che era stata proprio l’azienda a ingaggiare insospettabili 007 per controllare il comportamento del dipendente.
E i sospetti si sono rivelati fondati poiché l’uomo è stato sorpreso a riposarsi anziché a prestare assistenza nelle ore e nei giorni per cui aveva chiesto e ottenuto di assentarsi dal posto di lavoro. Per la Cassazione, il comportamento dell’azienda è stato corretto.

Legge 104 e certificato medico per riconoscimento

Condizione fondamentale per usufruire dei permessi di lavoro in base alla legge 104 è la gravità dell’handicap.
Dal punto di vista operativo è invece indispensabile che il lavoratore presenti il certificato medico con il riconoscimento della situazione. Ma se questo è lo step finale, in prima battuta bisogna richiedere il certificato del medico curante. A quel punto occorre presentare domanda all’Inps, attendere la convocazione alla visita medica, la visita e il rilascio verbale.
Naturalmente va messo in conto anche il respingimento e in questo caso è possibile proporre ricorso così come domanda di aggravamento. L’iter si rimette in moto e passa da una visita di revisione.
Sulla base delle norme 2019 in vigore, i permessi spettano innanzitutto al lavoratore dipendente con handicap grave, ma solo in assenza di ricovero della persona assistita. La legge 104 prevede che la persona maggiorenne con disabilità grave, lavoratrice dipendente, possa usufruire a sua scelta di 3 giorni di permesso mensile retribuiti e frazionabili o in alternativa di 2 ore di permesso giornaliere retribuite.
Medesima possibilità è concessa al lavoratore dipendente che assiste la persona con handicap grave (sempre se non è ricoverata in una struttura in cui riceve assistenza) ovvero tre giorni retribuiti di permesso mensile, da fruire in via continuativo o frazionata per 6 mezze giornate o a ore. Per familiare si intendono il genitore, il coniuge, il parente, nonni e nipoti (entro il secondo grado), zii e bisnonni (entro il terzo grado).

Se pensi che un tuo dipendente stia utilizzando i permessi della Legge 104 in maniera impropria, contattaci.
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